CASTELFERRETTI Nel titanico scontro al vertice di sabato (ore 14.30, al Fioretti), che metterà di fronte Castelfrettese e Filottranese, proverà emozioni particolari l’illustre ex Gabriele Sollitto. Le sei stagioni con la maglia della Filottranese, condite da quasi duecento presenze e da tanti successi, rappresentano un ricordo indelebile per 36enne portiere dei frogs che ritroverà per la prima volta da avversario la squadra in cui ha lasciato ottimi ricordi.
Gabriele, cosa significa per te la Filottranese?
«Rappresenta la società in cui ho militato di più togliendomi notevoli soddisfazioni. Sposai nel 2014 il progetto in Seconda Categoria, che non disputammo grazie al ripescaggio estivo in Prima. Nel 2016 vincemmo la Coppa Marche e conquistammo la Promozione in virtù del trionfo nello spareggio di Fabriano contro il Cantiano, dove fui decisivo con tre rigori neutralizzati dopo lo 0-0 ai supplementari. Nel 2017 sfiorammo pure l’Eccellenza. Peccato per la beffa subita nella finale playoff: sarebbe bastato il pareggio, ma il Sassoferrato Genga s’impose in casa nostra su rigore negli ultimi minuti. Restai fino al 2020, quando la pandemia fermò il campionato a inizio marzo, quando occupavamo le prime posizioni».
Sabato ritroverai tanti vecchi amici…
«Li saluterò volentieri perché porto Filottrano nel cuore. Il calcio è bello per le conoscenze e i rapporti che si creano, al di là del campo. Al fischio iniziale metterò da parte i ricordi e penserò solo alla mia Castelfrettese».
Nella tua carriera non mancano le esperienze stimolanti…
«Ho avuto la fortuna di esordire tra i professionisti e di essere nella rosa dell’Ancona nel 2009/10. Collezionai 15 presenze in panchina in Serie B e mi allenai con un portiere del calibro come il brasiliano Da Costa, arrivato nelle stagioni successive in A al Bologna. In quella formazione c’erano anche Mastronunzio, De Falco, Cosenza, Catinali, Schiattarella e tanti altri giocatori di spicco».
In quali altre squadre hai parte?
«All’inizio del percorso sono stato nelle giovanili di Ancona, esordendo con la prima squadra in Coppa Italia contro il Pisa nel 2004. Dopo la Primavera con Fiorentina e Arezzo, ho girato tra Vastese e Sansovino. In seguito alla mancata iscrizione dell’Ancona in B nel 2010, ho sempre militato nei dilettanti con Fossombrone, Pergolese, Cagliese, Olimpia Marzocca e Portuali Ancona, oltre alla Filottranese».
Quali sono i compagni più forti con cui ha giocato?
«A parte quelli che ho citato dell’Ancona, l’argentino Cabello, trequartista dalla classe sopraffina con cui condivisi l’esperienza alla Cagliese. Ricordo con affetto anche il difensore Santinelli, con cui siamo stati tante stagioni alla Filottranese instaurando un rapporto particolare».
Come ti trovi alla Castelfrettese?
«Benissimo perché ho trovato una società organizzata che non ti fa mancare nulla, uno staff tecnico competente e compagni eccezionali. Qui si respira un ambiente salutare, dove non mancano le ambizioni ma non esistono pressioni. Il clima ideale per esprimersi al meglio».
E con il mister dei portieri Gambadori?
«Non potevo pretendere di meglio. Dal punto di vista umano ho instaurato un ottimo rapporto, sotto il profilo tecnico è molto preparato, mi dà consigli utili e avendo giocato una vita con la Castelfrettese mi trasmette attaccamento alla maglia. Con lui ho capito l’importanza di indossare questi colori».
A 36 anni sei il giocatore più anziano della rosa…
«Mi salvano Gambadori e Mattia Principi tesserati, altrimenti sarei stato davvero il più vecchio. Scherzi a parte, insieme agli altri giocatori navigati provo a mettere la mia esperienza al servizio dei compagni. Lo spogliatoio è formato da bravi ragazzi che stanno bene insieme e hanno voglia di crescere».
La famiglia asseconda la tua passione?
«Mia moglie Martina mi è sempre vicina. Abbiamo una figlia Bianca e un altro in arrivo che chiameremo Mattia. Non so se farà il portiere, chissà che non diventi un attaccante prolifico».
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