CASTELFERRETTI Personalità, cuore, polmoni e tecnica al servizio della Castelfrettese. A 36 anni, dopo 20 campionati trascorsi a combattere lì nel mezzo, il senigalliese Erik Marco Marini ha ancora energie da vendere e rappresenta un autentico valore aggiunto del centrocampo biancorosso.
Erik, qual è il segreto della tua eterna giovinezza?
«L’entusiasmo nel correre dietro a un pallone che mi regala facilità e mi fa stare bene psicologicamente. Ho avuto tanti infortuni gravi nel mio percorso calcistico, ma ho sempre trovato forza e coraggio per rimettermi in sesto e tornare a giocare dopo tanti sacrifici. Quando sono in quel rettangolo verde tutti i pensieri o i problemi della vita quotidiana scompaiono e sono felice come un ragazzino. Il calcio per me è vita e non intendo smettere fino a quando avrò un briciolo di energia».
Cosa ti hanno lasciato le avventure in piazze importanti?
«Ho avuto la fortuna di giocare a Senigallia, Jesi e Chiaravalle, ma porto nel cuore tutte le squadre in cui ho militato per i rapporti instaurati e le amicizie create che ancora oggi mi porto dietro. Basti pensare che, a distanza di quasi quindici anni, mi ritrovo di frequente con ragazzi che non abitano nelle Marche come Borrelli e Crispino che conobbi alla Jesina. Con altri, tipo Rosi e Paniconi, abbiamo un’amicizia al di fuori del calcio, che cerchiamo di trasmettere al resto del gruppo anche in campo».
Quanti campionati hai vinto e quali sono i compagni più forti con cui ha giocato?
«Ho ottenuto tre promozioni: una con la Jesina dall’Eccellenza alla Serie D con Augusto Bonacci come direttore sportivo e Yuri Bugari come compagno e due con il Miciulli Senigallia dalla Seconda Categoria alla Promozione insieme agli inseparabili Rosi e Paniconi. I giocatori che hanno rappresentato un esempio da seguire sono stati Borrelli alla Jesina e Bellagamba al Miciulli Senigallia, inarrivabili per qualità e intelligenza calcistica».
Quali mister ti hanno dato di più?
«Avendo iniziato a giocare tardi, a 13 anni dai Giovanissimi della Vigor, tutti i concetti fondamentali me li ha dati Maurizio Marchini che mi ha istruito a cercare la giocata giusta nel tempo più veloce possibile. Fabio Favi mi ha invece insegnato ai tempi della Biagio la fase difensiva e la posizione giusta del corpo in rapporto alla palla e all’avversario. Sono grato anche a Gilda Giuliani che mi lanciò a 16 anni alla Vigor Senigallia in Serie D e che ritrovai in seguito alla Biagio Nazzaro e all’Olimpia Marzocca».
Quali sono le tue caratteristiche migliori?
«Non essendo un vatusso e non avendo qualità da fuoriclasse, ho sempre lavorato molto per migliorare le mie caratteristiche migliori: corsa e intelligenza tattica. Mi reputo un giocatore che lavora per la squadra, la cui dote più spiccata è quella di trovarsi al punto giusto per agevolare i compagni».
Il calcio scorre nelle vene della famiglia Marini…
«Mio fratello Alex, più grande di tre anni, milita da una vita in Serie D e ha giocato pure in C col Gubbio. Tuttora è la colonna difensiva della Vigor Senigallia, squadra della mia città che seguo sempre da tifoso dopo aver dato tanto per i colori rossoblù, da me indossati in D, Eccellenza e Promozione».
Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta della Castelfrettese?
«L’organizzazione e la professionalità di una società e di uno staff tecnico senza eguali. Conoscevo già il presidente Bonacci e mister Bugari, con cui condivisi parentesi felici alla Jesina, senza dimenticare il prof Simonetti, una vera istituzione nel suo ruolo. Quando ho saputo che c’erano altre figure eccellenti come i tre Principi, Gambadori e Tittarelli e strutture fantastiche, come il Fioretti per giocare e l’Amadio per allenarsi, ho capito che non potevo rinunciare a un’opportunità simile».
Come ti trovi con i compagni di squadra?
«Abbiamo creato da subito un gruppo unito che sta bene in campo e si diverte fuori. Siamo forti, tanto forti, ma ancora nemmeno noi abbiamo capito le reali potenzialità. A volte siamo troppo belli e invece dobbiamo essere più determinati, più cattivi a livello agonistico e più compatti nei momenti topici delle partite. Stiamo disputando un ottimo campionato, ma possiamo fare molto di più acquisendo una volta per tutte consapevolezza».
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