CASTELFERRETTI Uno dei giovani più interessanti della Castelfrettese, capolista del girone B di Prima Categoria, è Alessandro Mazzarini. Da due stagioni nella rosa biancorossa, il laterale sinistro classe 2003 è riuscito a ritagliarsi piccoli spazi nell’ampio organico di Bugari mettendo un mattoncino prezioso alla causa e dimostrando di poter essere un prospetto sul quale puntare in prospettiva.

Alessandro, come descrivi la tua stagione?

«Sono contento di poter lottare per un traguardo importante nel contesto di un gruppo splendido che presenta il giusto mix tra giocatori esperti e ragazzi interessanti. Sono partito bene, giocando titolare la prima giornata contro la Sampaolese e subentrando in altre occasioni. Nelle ultime giornate non sono stato utilizzato, ma non sono il tipo che molla. Mi rendo conto che c’è qualcuno superiore a livello di esperienza o di qualità e di dover migliorare nella mentalità e nella consapevolezza nei miei mezzi. Esiste notevole competizione e mi alleno ogni giorno con il massimo impegno con l’intento di farmi trovare pronto e di dare un aiuto concreto. Sono sicuro che questa avventura sarà molto utile per il mio futuro».

Come ti trovi con Bugari e il suo staff?

«Molto bene perché sto avendo l’opportunità di allenarmi bene, come non mi era mai capitato in precedenza. Il mister è molto preparato, come il vice Principi e il prof Simonetti. Le sedute sono molto intense e ricche di nozioni. I risultati sono il frutto del grande lavoro che stiamo facendo da agosto».       

E con i compagni?

«Con alcuni di loro, vedi Lucchetti, Lungarini e Ortolani, sono cresciuto nelle giovanili e ci frequentiamo anche fuori dal campo. I nuovi arrivati si sono inseriti alla grande e insieme formiamo un bel gruppo molto unito che lotta per un obiettivo comune grazie al contributo di una società sempre presente e vicina alle nostre esigenze». 

Pensi di essere cresciuto dalla prima stagione in biancorosso?

«Lo scorso campionato iniziò bene, ma fu travagliato dal punto di vista personale prima a causa di un infortunio, poi per la questione del green pass, infine per il Covid che mi costrinsero a diversi mesi di stop. Quest’anno mi sono invece allenato con continuità e ho avuto l’opportunità di migliorarmi tanto dal punto di vista fisico quanto sotto l’aspetto tecnico». 

Qual è il tuo percorso calcistico?

«Iniziai nel settore giovanile della Castelfrettese, prima di una breve parentesi alla Biagio Nazzaro. In seguito andai alla Falconarese, dove militai nella Juniores e debuttai in Prima Categoria nel 2019/2020. Non avevo ancora compiuto 17 anni quando venni schierato titolare in prima squadra, poi esplose la pandemia che stoppò il campionato. La stagione successiva fui preso dai Portuali Ancona per giocare in Promozione, ma ci allenammo sei mesi e la stagione durò una sola giornata a causa del Covid. Decisi allora di tornare in biancorosso».       

Quali allenatori ti hanno lasciato di più?

«Nei Giovanissimi della Castelfrettese ricordo con piacere Olivio Tittarelli, con il quale vincemmo uno storico campionato approdando alle semifinali regionali contro la Vis Pesaro. Alla Falconarese mi ha insegnato molto Marco Maiolatesi sotto i profili della tecnica e della coordinazione».    

In quale ruolo di esprimi meglio?

«Nasco come esterno sinistro alto, ma con il trascorrere degli anni sono stato arretrato a laterale di difesa. Mi adatto alle esigenze degli allenatori cercando sempre di migliorare per diventare un giocatore completo. La concorrenza non mi preoccupa, anzi serve per allenarsi sempre al massimo».       

Per chi tifi?

«Sono un milanista sfegatato, anche troppo. Vivo le partite con grande partecipazione e, soprattutto in Champions, tensione. Il bello è che mio padre Massimiliano, ex giocatore della Falconarese allenata dall’attuale nostro presidente Augusto Bonacci, è interista e non capisce da dove nasca questa passione. Il giocatore di riferimento è Theo Hernandez che provo a emulare nel mio piccolo».  

E nella vita di tutti i giorni cosa fai?

«Sono iscritto al primo anno di Scienze ambientali e protezione civile all’Università di Ancona e lavoro come cameriere in un ristorante. Ho una vita piena d’impegni che cerco di conciliare al meglio».       

Categories:

Non ci sono commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *